Il piccolo Stato dell’Africa occidentale che si affaccia sul Golfo di Guinea e confina con due grandi potenze regionali – Nigeria e Burkina Faso – il Benin è una terra di storia antica, di regni e di cultura. È considerato la culla dell’antico Regno del Dahomey, uno dei più potenti dell’Africa precoloniale, noto per la sua complessa organizzazione sociale e per il leggendario corpo militare delle “Amazzoni del Dahomey”, donne guerriere simbolo di coraggio e indipendenza.
Il Benin è anche la patria spirituale del Voodoo,
religione tradizionale che convive pacificamente
con il cristianesimo e l’islam, praticati rispettivamente
da circa la metà e un quarto della popolazione.
Questa pluralità di fedi coesiste in armonia,
testimoniando una profonda tolleranza e un radicato
rispetto per le tradizioni ancestrali. Le cerimonie voodoo,
colorate e intense, rappresentano un legame vivo con
gli antenati e con il mondo invisibile.
Nella cultura beninese il senso della comunità e della
famiglia allargata è fondamentale: le decisioni più importanti
vengono prese collettivamente e gli anziani occupano una posizione di grande autorevolezza. La struttura sociale è segnata ancora oggi da forti gerarchie tradizionali, ma anche da un crescente desiderio di emancipazione, soprattutto da parte delle donne e dei giovani.
Nonostante la sua stabilità politica rispetto a molti paesi vicini, il Benin resta uno dei paesi più poveri del mondo: oltre un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, e l’economia si basa principalmente sull’agricoltura di sussistenza e sul commercio informale. L’analfabetismo, le disuguaglianze di genere e la mancanza di opportunità lavorative restano problemi strutturali che alimentano vulnerabilità sociali.
Secondo i dati di organizzazioni internazionali, migliaia di minori sono vittime ogni anno di traffico di esseri umani, sfruttamento domestico o lavoro forzato. Tuttavia, la società civile beninese è attiva e determinata nel promuovere istruzione, diritti e sviluppo sostenibile, segno di una nazione piccola ma piena di dignità, cultura e resilienza.
(Dati adattati da fonti come UNICEF, ActionAid e UNDP.)
Il progetto Ananda propone un intervento sulla società Beninese partendo dalla scuola: tramite attività extracurriculari, vuole mirare ad una maggiore consapevolezza delle differenze di genere ed etnia e sensibilizzare la tendenza alle pari opportunità, nel rispetto della valorizzazione delle differenze individuali.
Attraverso un programma educativo ed interattivo che coinvolga i bambini del Nepal, il progetto mira a creare un ambiente educativo inclusivo e a lungo termine che promuova l'uguaglianza di genere e sociale, incoraggiando la comprensione reciproca e celebrando la diversità come punto di forza e non come discriminante.
Il progetto è in fase di progettazione, sulla base del successo ottenuto da Ananda = Nepal del 2024.
Come poterlo fareAnanda verrà attuato grazie alla collaborazione con l'ONG La Rescousse, presso gli istituti scolastici situati in Benin nelle periferie di Cotonou. Il progetto Ananda potrà essere realizzato anche grazie alle donazioni ricevute attraverso la raccolta fondi.
L'associazione Calathea vuole realizzare un lavoro continuativo di educazione che coinvolgerà i bambini beninesi e italiani attraverso l’attivazione di una corrispondenza tra le scuole dei paesi coinvolti ed un progetto basato sull'intercultura, al fine di sensibilizzare il tema delle disuguaglianze su ampia scala. La corrispondenza verrà basata su argomenti di confronto al fine di stimolare nei bambini un’apertura verso “l’altro” nonostante le profonde differenze a livello geografico, culturale e sociale. Per perseguire tali obiettivi l’associazione si appoggerà agli adulti di riferimento presenti sui diversi territori.
Suggerimento di lettura - articolo scritto da Lisa Lyons, direttrice di ETC-Nepal http://campaignforeducationusa.org/blog/detail/extracurriculars-arent-just-extra
Il progetto prevede la realizzazione delle attività attraverso la presenza sul territorio di volontar* italian*, tra cui Michela Sole - psicologa dell’età evolutiva e presidentessa di APS Calathea - e Giorgia Risso - educatrice professionale -. Nell’arco di due settimane, previste per marzo 2026, i bambini coinvolti saranno chiamati a partecipare ad attività strutturate e laboratoriali, che mirano alla stesura di un prodotto che diventerà oggetto di una mostra conclusiva (fotografie, creazioni dei bambini).
Le persone volontarie dell’associazione, così come l’interprete di lingua, saranno attive per tutti i workshops proposti per rendere l’esperienza il più completa possibile.
APS Calathea è un'associazione senza scopo di lucro e, pertanto, vive delle donazioni che riceve da coloro che condividono la nostra causa. L’associazione si impegna ad offrire laboratori psico-educativi anche sul territorio italiano, sempre mirando alla valorizzazione delle differenze ed al contrasto delle disuguaglianze partendo proprio dai più piccoli.
Siamo convinti che i nostri progetti possano trovare la loro efficacia anche in quei paesi in cui l’accesso all’educazione non è un dovere di tutti, ma un privilegio per alcuni.
Anche solo un euro può contribuire alla nostra missione e rimanendo aggiornati sui nostri progetti, troverete riscontro del vostro prezioso contributo!